mercoledì 17 giugno 2015

Mio zio è figlio unico

Salve a tutti!

Ed eccoci qui a riempire con inchiostro digitale le prime pagine di questo nuovo diario virtuale.
Una nuova avventura inizia oggi fatta di racconti, esperienze, consigli, confidenze, paure, preoccupazioni, cronaca e molto altro.
Ma che maleducato non mi sono neanche presentato: il mio nome è Giuseppe e sono figlio unico! 
Immagino che i miei dieci lettori nella migliore delle ipotesi adesso si divideranno in tre gruppi: cinque penseranno "E sai quanto ci interessa che sei figlio unico!" e chiuderanno la pagina; quattro un po' più acuti affermeranno che sto mentendo considerando il nome del blog e smetteranno di leggere un po' stizziti; ma forse, e dico forse, uno si incuriosirà per quanto appena scritto e andrà avanti nella lettura e scoprirà che forse la mia non è proprio una bugia! Ed è proprio a te che voglio parlare...
Mettiamoci comodi e visto che siam rimasti soli e non ci sente nessuno direi che possiamo anche darci del "tu"!
Bene caro amico o cara amica come dicevo sono Giuseppe: Zio Pe se vogliamo esser ancora più intimi, non ho nipoti diretti, perché non ho né fratelli né sorelle, non sono sposato e vivo solo. Adoro i bambini e faccio un lavoro che ruota attorno a loro, oserei dire che vendo alle mamme ed ai papà sogni che abili signore esperte hanno sapientemente cucito a mano. Morbidi sogni che accompagneranno i più piccoli nella crescita.
Un lavoro come un altro se vogliamo, ma con una peculiarità: è il mio lavoro!
Credo che ognuno abbia il diritto di essere innamorato del proprio lavoro, così come io lo sono del mio.
Come tutti i veri amori non pretendo che sia soddisfazioni e gioie ogni giorno, non dico che ogni mattina debba alzarmi sorridendo per andare a lavorare, ci sono le volte che si litiga, che lo si possa anche arrivare ad odiare il proprio lavoro, ci sono volte che lo si può maledire, detestare, che lo si voglia cambiare. Credo che sia lecito, legittimo e giusto così. Non importa che tu sia una segretaria o un camionista, un dentista o un muratore, un avvocato o una commessa, un padre o una madre (anche esser genitori è un lavoro, non credi?) ma sono sicuro che se sei innamorato del tuo lavoro come tutti i veri grandi amori alla fine non puoi che farci pace e tornare ad amarlo più di prima. Un amore incondizionato, spesso inspiegabile, razionalmente contestabile, ma in fondo condivisibile.
Il motivo per cui uno dei due titolari di un'azienda come La Casa di Sofia decida di aprire un blog, di esporsi alle critiche ed ai commenti di clienti, amici e sconosciuti credo che razionalmente non ci sia o meglio credo che non sia solo uno ma che siano molteplici.
Il motivo per il quale ho deciso di chiamarlo "Uno zio per amico" pur essendo figlio unico, invece, lo ho bene a mente ed è uno ed uno solo. Adesso provo a spiegartelo!
Sono tanti i blog di mamme, amiche, ostetriche e donne in genere che parlano di problemi di coppia, figli, outfit, cucina e tanto altro, quasi come se fosse una prerogativa tutta femminile. Donne che giornalmente parlano ad altre donne! Come se un uomo, per esser ritenuto etero e virile, debba solo occuparsi di addominali, sport, giardinaggio se ha superato i 60 ed al massimo automobili! Come se i figli, la coppia, la sessualità fossero preoccupazioni solo ed esclusivamente di competenza femminile. Il punto di vista maschile è quasi totalmente inesistente a tal proposito eppure di padri, zii, nonni il mondo è pieno se non altro tanto quanto di mamme, zie e nonne!
Ed ecco l'idea! Perché non provare a parlare a quegli uomini, ma in realtà anche a quelle donne che vogliono ascoltare un parere dell'altro sesso; perché non confrontarsi con chi ha le tue stesse paure, i tuoi stessi dubbi e le tue stesse debolezze; perché non raccontarsi! Bene è così che nasce "UNO ZIO PER AMICO", che vuol essere un grande contenitore che parla di vita, della vita di ogni giorno vissuta da un uomo, uno come tanti per la verità, che ha due grandi fortune: ama il suo lavoro ed è zio pur essendo figlio unico!